Ho sempre sentito parlare bene di questo film, ma non ho mai avuto l’occasione di vederlo fino ad oggi e devo dire che è un vero e piccolo capolavoro di Kitano. Il regista-attore giapponese è sempre bravo a fare film nonostante la sua eccentricità nel narrare storie diverse. In questo film il protagonista, un bambino delle elementari, scopre per caso dove abita sua mamma, che lo ha abbandonato alla nonna, e così decide di partire da solo. Per fortuna incontra Kikujiro che, costretto dalla moglie, accompagna il bambino nel corto, ma che si rivela lungo, viaggio verso il paese della madre. Nel loro cammino incontreranno personaggi particolari, oltre a Kikujiro stesso, come il “ciccione” ed il “pelato”, il portiere di un albergo, un maniaco, uno scrittore e la realtà dei due protagonisti.
Il film è una specie di “on the road” dove i due protagonisti vivono esperienze grottesche che capitano solo e grazie al protagonista Kikujiro, strampalato uomo della Yakuza che pensa solo al proprio benessere, ai soldi e alle scommesse. Il bambino, perché tale, si lascia coinvolgere nelle scommesse sui cani da corsa oppure in gag con i nuovi amici incontrati sul cammino. In più Kikujiro mette sempre davanti il bambino quando bisogna scroccare un passaggio o quando la situazione prende una brutta piega. Le musiche che accompagnano Kikujiro ed il bambino sono semplici, ma perfettamente inquadrate nella storia. Come al solito a Kitano-san piace molto le inquadrature solitarie dei paesaggi che aiutano a comprendere la storia in ogni sfaccettatura. Il film è veramente bello, simpatico e anche un po’ commovente. Mi è piaciuto tantissimo e vorrei rivederlo ancora perché “L’estate di Kikujiro” è un film di quelli che si assaporano più volte senza mai stancarsi di una estate giapponese degli anni 90′.
TITOLO ORIGINALE: KIKUJIRO; REGIA: TAKESHI KITANO; CAST: TAKESHI KITANO, YUSUKE SEKIGUCHI, KAYOKO KISHIMOTO, KAZUKO YOSHIYUKI; DURATA: 116MINUTI; ANNO: 1999; GENERE: COMMEDIA.