In Italia, a maggio 2013, sono andato al cinema a vedere il famoso “Akira”, gioiello d’animazione giapponese del famoso regista Katsuhiro Otomo, in occasione del 25°anniversario dall’uscita in Giappone. La recensione sul film l’avevo già fatta nel 2009, ma rileggendola e dopo esser stato al cinema, ho voluto ri-scrivere le mie impressioni, perché l’altra sera ho potuto apprezzare meglio il film, nonostante rimanga comunque molto perplesso. “Akira” non è un film che mi piace, questa è la verità, non è per colpa del genere, ma perché secondo me è un po’ confusionario. La trama è abbastanza complessa e non viene spiegata in modo chiaro. Per esempio, alcuni flashback dei personaggi mi hanno generato un po’ di confusione perché fuori contesto in quel momento. In più un paio di personaggi sembrano messi lì per caso, come il componente del governo che spalleggia i rivoltosi. Però nel 2009 non mi erano piaciute le musiche, mentre a questo giro ammetto che sono perfette, decisamente incalzanti e stile “apocalittico” con voci maschili di sottofondo che rendono l’atmosfera molto cupa, perfetta insomma. Ma parliamo della trama.
La storia parla di un gruppo di motociclisti che vivono nella città di NeoTokyo dopo la terza guerra mondiale e dopo la distruzione della vecchia città ad opera di Akira. A capo della banda c’è Kaneda, un ragazzo buono di cuore, che lotta contro la banda dei clown, ragazzi più violenti rispetto agli amici di Kaneda. Durante una nottata di lotte contro la banda rivale, l’amico d’infanzia di Kaneda, che si chiama Tetsuo, rimane coinvolto in un incidente. Rimasto ferito Tetsuo viene prelevato dalla polizia e portato in un centro medico. I medici scoprono che Tetsuo è l’ultimo ragazzo da “stuzzicare” per far uscire i suoi poteri cinetici e così iniziare il processo Akira, che altro non è un’evoluzione dell’essere umano. Kaneda decide così di salvare l’amico, ma scopre che Tetsuo è diventato una specie di mostro accecato dalle potenzialità dei suoi nuovi poteri. Inizia una lotta per salvare quel poco di umano che è rimasto in Tetsuo e la città intera.
La storia è molto avvincente, soprattutto all’inizio dove piano piano si conoscono tutti i personaggi coinvolti, soprattutto i protagonisti Kaneda e Tetsuo. La grafica è un po’ datata, ci sono scene in slowmotion che andavano in voga negli anni 80’ e che a me non sono mai piaciuti così tanto. Nel complesso però la realizzazione grafica è buona. Il suono a tratti sembra ovattato, sarà che la pellicola è molto vecchia e che non hanno ri-doppiato i personaggi, e ci tengo a scrivere “per fortuna”.
Mi è piaciuta l’esclamazione di uno spettatore davanti a me che dopo il film ha esordito con un “mah”, senza dire altro. Sembra che mi abbia letto nel pensiero! Penso che Akira sia un film che piace o non piace senza mezzi termini. A me non è piaciuto, ma questo non vuol dire che non abbia apprezzato il “Blade Runner” animato e che sia comunque un capolavoro da annoverare negli annali.
PS: devo ammettere una cosa. Sono andato a vedere Akira non solo per riguastarmi un film che ho imparato ad apprezzare di più, ma anche per vedere i primi cinque minuti di Evangelion 3.0. Perdonatemi. XD
TRAMA: 7 (abbastanza originale)
PERSONAGGI: 6,58 (non pienamente completi)
DISEGNO: 8,5 (molto dicreto e colorato)
ANIMAZIONE: 8,5 (movimenti quasi al rallentatore, ottima idea!)
DURATA: 6,5 (lungo, forse troppo)
REGIA: 8 (Otomo-san è proprio bravo)
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La mia vecchia recensione del 08 novembre 2009:
La città di NeoTokyo è vittima, come il resto del mondo, del retaggio della terza guerra mondiale. Ora la città è incredibilmente grande e decadente, in preda alla povertà e delinquenza. Per peggiorare la situazione il mondo è in preda alla crisi economica e sociale,dove gruppi di fanatici religiosi inneggiano al ritorno di Akira, leggendario essere che ripulirà il mondo dalla malvagità. Kaneda è il capogruppo di una banda di giovani motociclisti, anche se all’apparenza sembrano solo dei delinquenti, in realtà al gruppo di Kaneda gli piace andare in gro per le strade a fronteggiare le bande rivali, che sono più violente e pericolose. Durante uno scontro tra bande il gruppo di Kaneda ha la meglio, ma improvvisamente si imbattono in un bambino “vecchio” immobile in mezzo ad una strada. Mentre tutti riescono a schivarlo, il povero Tetsuo gli va addosso con la sua moto. A sorpresa di tutti, il bambino rimane illeso, mentre Tetsuo rimane ferito dall’esplosione della sua moto. Arrivano così i militari a porre soluzione al casino fatto dai motociclisti e prendono Tetsuo con loro per portarlo all’ospedale. Lì i militari decidono di fare degli esperimenti psichici al ragazzo, visto che ha doti sopra la media, attivando così il processo Akira. Infatti Akira in realtà è un processo di evoluzione segreta nelle mani dei militari. Il progetto però sfugge di mano ai medici e Tetsuo scoprendosi pieno di forze psichiche impazzisce e inizia a delirare pensando che lui stesso è Akira! Tutto questo succede sotto gli occhi di Kaneda che è pronto a tutto per salvare il suo amico da se stesso prima che distrugga il mondo intero.
Akira è un film d’animazione molto datato, creato dal maestro Katsuhiro Otomo, autore in seguito di Steam Boy. Personalmente Akira non è quel filmone che mi aspettavo, moltissimi sono i fan di questo lungometraggio, idolatrato e posto in cima ad ogni classifica dei capolavori dell’animazione giapponese, però l’ho trovato molto confusionario, le musiche un pò fuori contesto, insomma non mi è piaciuto. La grafica è buona, sopratutto visto la datazione, i personaggi sono poco costruiti, l’idea del fantomatico salvatore Akira mi ha reso quasi incomprensibile la trama, ho dovuto navigare in internet per riuscire a capire di più, così da comprendere meglio questo film. Di certo però lo consiglio, perchè comunque è un grosso tassello dell’animazione giapponese, irrinunciabile per chi come me ama gli anime del Sol Levante, anche se poi lo stesso film non piace alla fine. Comunque era da tempo che dovevo fare questa recensione e finalmente l’ho fatta.