Ho pescato sul sito “ilpost.it” un vecchio articolo molto curioso sul metodo tradizionale che alcuni grandi famiglie giapponesi adottano quando non hanno figli maschi per la successione alla loro azienda.
Un esempio per spiegarlo è la successione negli anni 50′ della grande casa automobilistica Susuki. Il grande magnate aveva tre figlie femmine le quali non avevano figli maschi per la successione naturale, allora si fece uno stratagemma molto particolare chiamato Muki Yoshi, sposo adottato. In pratica una delle nipoti si sposò in un matrimonio combinato con Osamu Matsuda che dopo il matrimonio prese il cognome della moglie e diventò così il famoso magnate Osamu Susuki.
Immaginate che per la Susuki è la quarta volta e che grandi aziende come la Toyota e la Canon hanno dovuto ricorrere a questa vecchia tradizione per portare avanti la società.
Questa pratica di “adottare” il nome della moglie per lasciare l’azienda sempre nell’ambito famigliare non è per niente occasionale e risale a più di mille anni fa, la leggenda narra di un uomo che nel 717 fondo il più antico albergo giapponese e fino ad oggi i proprietari si chiamano tutti Zengoro Hoshi e per continuare questa speciale linea di successione si è dovuto praticare il Muki Yoshi numerose volte.
Un’altra curiosità, il Muki Yoshi ha portato il Giappone ad essere la seconda nazione al mondo per numero di adozioni.
Fonte: Il Post