Secondo Keiichi Sawaguchi, professore alla Taisho University, moltissimi cuochi giapponesi vogliono imparare a cucinare in stile europeo e prediligono la scuola italiana, dove la sua cucina è molto apprezzata in Giappone.
In Italia hanno aperto diverse scuole di cucina per offrire corsi di formazione professionale a cuochi giapponesi e per garantire successivamente un apprendistato in ristoranti in tutto il paese.
Purtroppo però è difficile ottenere un visto di lavoro per cui di solito i cuochi giapponesi arrivano nello “stivale” come studenti.
Alcuni aspiranti cuochi ritornano subito in Giappone perché trovano difficile adattarsi alle barriere linguistiche e culturali, altri invece sono delusi dai posti di lavoro, ma altrettanti si trovano bene e persone come Andrea Incerti Vezzani, chef di Ca’Matilde, lodano le virtù che trovano nei lavoratori giapponesi, tra cui la meticolosità, la passione e l’efficienza.
FONTE: THE TOKYO TIMES