Fukushima, come ho già scritto in altri articoli, è un luogo non solo simbolo del disastro del 2011, ma è anche una specie di bomba ad orologeria per via dell’incredibile inquinamento delle acque marine ed al rischio di esplosione dei reattori che causerebbe un vero disastro senza precedenti. Questa volta però vorrei stemperare i toni, visto che domani è Natale, e tradurre un articolo dal sito Asahi Shimbun .
La storia è una di quelle che ispirano fiducia nel futuro e con la speranza che la situazione in quella regione migliori di giorno in giorno. Il signor Shuji Nemoto, 61 anni, è cresciuto in quella zona, più precisamente a 20 chilometri dalla centrale n°1 di Fukushima, e ha coltivato per 40 anni i fiori nella sua fattoria di Odaka. Dopo il Grande Terremoto, Nemoto-san è stato costretto a interrompere la sua attività ed evacquare dalla zona, ma l’anno scorso ha potuto riprendere la sua amata attività di coltivatore di ciclamini e prendendo in prestito una piccola serra di un amico a ricominciato a seminare. L’anno scorso Nemoto-san ha potuto spedire ben 15.000 vasi di fiori in tutto il Giappone.
E’ dalle piccole cose che l’essere umano trova forza e voglia di ricominciare, lasciandosi abbattere solo quell’attimo per poi riprendere la propria vita e continuare a camminare sulla strada dell’esistenza.
FONTE: THE ASAHI SHIMBUN
Buona natale!